“Un popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori, di trasmigratori.”
Ci accoglie così il Palazzo della Civiltà Italiana.
La gigantesca opera di epoca fascista, realizzata nel quartiere Eur a Roma per l’Esposizione Universale del 1942, e mai utilizzata, dal 2015 è nuovo headquarter della maison Fendi.
Dal 27 gennaio 2017, nell’ala esposizioni, la Maison romana ospita “Matrice” di Giuseppe Penone.
Era da un pò che volevo visitare quello che è stato ribattezzato negli anni “Colosseo Quadrato” e lunedì ci sono riuscita.
Il cielo azzurro faceva da sfondo all’architettura monumentale e sospesa del Palazzo.
Con le sue opere, Giuseppe Penone contrappone alla geometria precisa e agli elementi marmorei del Palazzo un senso della materia e della forma come entità vive e organiche.
L’effetto finale è quello di una natura ricreata in interno e misteriosamente cresciuta nelle grandi navate del piano terra del Palazzo: un dialogo tra natura e cultura, tra tempo biologico e storia.
La mostra, curata da Massimiliano Gioni, Direttore Artistico del New Museum di New York, racchiude diciassette opere realizzate da Penone dagli anni Settanta a oggi, molte delle quali inedite ed esposte per la prima volta in Italia.
“Le opere mutano a seconda del luogo in cui sono esposte, dialogano con lo spazio.”




Giuseppe Penone è uno dei più grandi scultori viventi, esponente della corrente dell’Arte Povera. Le sue sculture combinano materiali quali legno, cera, pelle, marmo e bronzo e celebrano il fascino delle forze trasformative della natura. La connessione e la tensione tra la natura e l’umanità pervadono i suoi lavori, evocando tematiche legate all’ecologia e alla conservazione dell’ambiente.
La mostra prende il titolo da una delle opere più spettacolari, MATRICE (2015): una scultura lunga trenta metri in cui un tronco di abete è stato scavato seguendo un anello di crescita, portando così in superficie il passato dell’albero, la sua storia e le trasformazioni attraverso il tempo. Nel legno di abete è incastonata una forma di bronzo che sembra raggelare il flusso di vita della natura. Come molte opere di Penone, Matrice rivela l’interesse dell’artista nei confronti del rapporto tra tempo e natura e, metaforicamente, tra nature, umanità e caducità.
“Gli alberi ci appaiono solidi, ma se li osserviamo attraverso il tempo, nella loro crescita, diventano una materia fluida e plasmabile. Un albero è un essere che memorizza la sua forma e la sua forma è necessaria alla sua vita, quindi è una struttura scultorea perfetta, perché ha la necessità dell’esistenza,” spiega Giuseppe Penone.



In mostra gli alberi di Penone si ricompongono in un bosco: in una delle sue opere più celebri, RIPETERE IL BOSCO (1969-2016), vari tronche scavati in blocchi di legno sono disposti a ricreare una piccola foresta. Come in un paesaggio di fiaba, Ripetere il bosco evoca associazioni profonde e antiche tra magia e natura, ma descrive anche una natura sempre più addomesticata e artificiale: questo contrasto svela anche le preoccupazioni e ansie ecologiste dell’opera di Penone, diventate quanto mai attuali.
Penone scava – con un metodo che lui stesso definisce “scortecciamento” – una trave di legno (di quelli che comunemente si usano nella carpenteria) alla ricerca della sagoma primordiale, cioè dell’albero da cui quel parallelepipedo è nato.
Un po’ come faceva Michelangelo, che liberava la forma dai blocchi di marmo in cui era imprigionata, allo stesso modo Penone restituisce all’albero la sua fisionomia, il suo DNA, con tanto di rami (seppure mozzi) e di anelli, ma lo fa compiendo un cammino inverso e per di più accelerato (rispetto al naturale processo di crescita della pianta): nella forma squadrata e anonima della trave egli ritrova quella vita e quelle sembianze che si erano perse, ne mette a nudo le rotondità, ne ricostruisce la storia, in un parola rigenera la pianta, non come fossile ma come embrione. (Fonte: Dars Magazine)


La serie FOGLIE DI PIETRA (2013) – presentata per la prima volta in Italia – combina elementi naturali e blocchi di marmo scolpiti come capitelli e colonne antiche, quasi a suggerire paesaggi di rovine e frammenti di storia riconquistati dalle forze della natura. Le sculture della serie Foglie di pietra assumono un fascino ancora più seducente nella cornice di Palazzo della Civiltà Italiana a Roma, perchè intrecciano nelle spirali di alberi e rami il peso e la ricchezza della storia antica.


INDISTINTI CONFINI: ANIO (2012) accosta marmo e bronzo, materiali nobili che dialogano con l’architettura del Palazzo.



A queste opere fanno da contrappunto una serie di interventi tra cui il grande quadro SPINE D’ACACIA – CONTATTO (2006) che delinea su tela l’impronta di un volto disegnato con centinaia di spine. In SOFFIO DI FOGLIE (1979) il corpo dell’artista è presente come un calco impresso su una pila di foglie di mirto. In ESSERE FIUME (2010) l’artista replica meticolosamente in un blocco di marmo le forme di una pietra levigata da un fiume: in questo esercizio di simulazione che è al contempo una splendida allegoria della scultura, l’uomo si fa fiume e natura, partecipando a quel senso di comunione cosmica che anima l’intera opera di Giuseppe Penone.
La mostra è completata da ABETE (2013), una grande scultura inedita – alta più di venti metri – che rappresenta una nuova fase nella ricerca di Giuseppe Penone, da tempo interessato a lavorare su scale urbanistica. Con Abete Penone interviene nel paesaggio di Roma inserendo una presenza inattesa: installato di fronte al Palazzo della Civiltà Italiana, Abete conferisce una nuova dimensione più naturale e viva alle geometrie astratte dell’architettura dell’Eur.
La mostra anticipa le due opere dell’artista che saranno installate in primavera di fronte alla sede storica della Maison, Palazzo Fendi in Largo Goldoni: Foglie di Pietra, due alberi in bronzo alti 18 e 9 metri, il cui intreccio di rami sosterrà un blocco di marmo scolpito di 11 tonnellate.
DETAILED INFORMATION
Matrice
Palazzo della Civiltà Italiana – Quadrato della Concordia, 3 – Roma
Dal 27 gennaio al 16 luglio 2017
#FendiMatrice
Fendi Life
Per il testo, non essendo un’esperta d’arte, mi sono avvalsa delle parole di presentazione di Fendi Roma. Le opere di Penone, che dialogano con il Palazzo della Civiltà Italiana con cui sono allo stesso tempo in forte contrasto, mi hanno lasciato senza parole. Arte e architettura si compenetrano e completano in questa mostra, sottolineando quanto sia sottile la linea che divide queste due forme espressive.