Milan Design Week 2018
Testo e fotografie di Giulia Mandetta

Nina Yashar, in collaborazione con l’Instituto Bardi / Casa de Vidro di San Paolo, racconta l’architetto modernista Lina Bo Bardi, a partire dai suoi mobili.
Un personaggio senza tempo e protagonista, a partire dagli anni’50, di una delle pagine più intriganti e raffinate della storia dell’architettura e del design del’900.
Oggetto dell’esposizione è rappresentato da una serie di arredi progettati dalla Bo Bardi nel corso della sua carriera, rintracciati pazientemente dalla gallerista con l’obiettivo di restituire un inedito quadro d’insieme del percorso creativo di Lina intrapreso insieme a Giancarlo Palanti, fondatore con lei dello Studio d’arte Palma.
L’allestimento, essenziale ma incisivo, ideato dallo studio Space Caviar, è ispirato alla Chiesa dell’Espirito Santo do Cerrado.
Un progetto realizzato da Lina Bo Bardi in Brasile all’insegna di una grande semplicità materica e figurativa, espressa attraverso l’uso del mattone.
Un’antologia di pezzi progettati a completamento delle sue architetture, sia pubbliche che private.
Poltrone, sedute e scrivanie rigorosamente realizzate a mano, diventano manifesto di nuovi codici estetici che anticipano il moderno concetto di lusso democratico.
Le essenziali linee dell’industrial design dei maestri italiani sono contaminate con le tecniche artigianali locali brasiliane.
Tutt’intorno e sui due piani rialzati, ambientazioni ogni volta diverse mostrano invece il resto della collezione della galleria.
Design vintage: pezzi come le poltrone BP 16 di Gio Ponti (1963), le Gala di Franco Albini (anni ’50), o la scrivania a un cassetto di B.B.P.R. (1962-65) e le lampade da tavolo Fungo della collezione Rising Sun firmati da Gabriella Crespi (1974)
Lavori contemporanei: come il tavolo Goldfish di Analogia Project e il tavolo Butterfly di Claude Missir, entrambi di quest’anno o la lampada a sospensione Solar di Simone Fanciullacci (2018), così come la lampada da terra Cherry Bomb Fringe di Lindsey Adelman (2017)